lunedì 8 novembre 2010

Alla facoltà di Lettere c’è qualcuno di preoccupato.

Alla facoltà di Lettere c’è qualcuno di preoccupato. Strani movimenti agitano gli studenti di palazzo Maldura: palloncini colorati rimbalzano giù per le scale, strani volantini girano per le aule… Perché tanto subbuglio? Facciamo un passo indietro. Il 14 novembre ’10 sarebbe dovuta essere approvata la “Riforma Gelmini” (DDL 1905/2010). Lo slittamento della discussione a dicembre (mancavano i fondi per tagliare i fondi!) ha permesso a tutti di tirare un sospiro di sollievo. L’improvvisa anticipazione della data al 25 novembre ha reso però più urgente il bisogno di farsi sentire.
Ed è così che, udita l’allarmante notizia, il 27 ottobre ci siamo trovati in più di 400 per una prima assemblea con sospensione della didattica. Il 3 novembre, poi, ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo iniziato ad organizzarci: una settantina di persone, un pomeriggio nuvoloso e molte idee in gioco. Ma chi siamo? Siamo studenti Lettere e Filosofia sinceramente preoccupati per il nostro futuro, che appare sempre più grigio ad ogni parola del Ministro dell’Istruzione. Ci preoccupano i tagli al diritto allo studio, la situazione dei ricercatori, l’inserimento di managers all’interno dei consigli d’amministrazione degli atenei. Noi non vogliamo le tasse raddoppiate e i prestiti d’onore, un futuro da precari, un’università che diventa azienda. Proprio per questo abbiamo scelto di confrontarci, metterci in gioco, contattare altre persone. Così è nata “Apertamente”: una manifestazione di protesta dentro e fuori dall’Università. Questa è una protesta nuova: non è un’occupazione, uno scontro frontale tra studenti e professori, ma un’occasione per mettere a fuoco i veri problemi dell’Università, vivendola come la vorremmo. E allora diamo spazio ai dibattiti, agli incontri, all’arte e alla poesia!

Dagli studenti, Paolo Casagrande e Federico Filauri

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